“Il trono di spade”, George R. R. Martin

    Per la serie meglio tardi che mai, finalmente mi sono decisa ad iniziare questa saga che avevo nel carrello Amazon da almeno 2 anni. A darmi la spinta necessaria per affrontare questo primo volume (oltre 800 pagine) è stata la sfida a tema a cui sto partecipando su Goodreads e non potrei essere più grata di così.

    Resto una delle poche persone a non aver visto la serie TV, ma il patto con me stessa era questo: prima i libri, poi la serie. Ora, dato che, a quanto pare, la prima stagione corrisponde esattamente al primo libro, sto valutando se guardarla o meno. La mia titubanza riguarda, in primo luogo la scelta degli attori, che temo si discosteranno dall’immagine mentale che io mi sono creata. Inoltre, in tutta onestà, non sono certa di poter sopravvivere alla quantità di sangue che viene versato dall’inizio alla fine perché, un conto è leggerlo ed un conto è guardarlo, anzi, vederlo.

    “He can make me look […] but he can’t make me see them.”

    Tornando al libro, ha superato le mie aspettative. Devo confessare che, se proprio voglio trovare un difetto, alcuni passaggi sono risultati leggermente lenti, ma del resto quella lentezza è necessaria a fornire tutti i dettagli che serviranno con lo svilupparsi della storia.

    Amo i cavalieri e, non avrei mai pensato di dirlo, amo il genere fantasy.

    In adolescenza ero solita pensare si trattasse di un sottogenere, forse perché è così che la cultura con la C maiuscola ama definirlo, ma del resto si sa le etichette non sono altro che una generica “pecetta” attaccata sulle cose per il nostro bisogno di ordinare e classificare.

    Una storia è tale solo se la si sa raccontare e Martin, in questo, è eccellente.

    Per quanto mi riguarda, mi sono “innamorata” di questo libro già dalle prime pagine, quando i fratelli Stark trovano i cuccioli di metalupo, uno per ogni fratello. L’idea che ci siano degli animali al fianco dei giovani componenti di questa famiglia ha fatto sì che desiderassi ardentemente essere una di loro, subito, per avere il mio metalupo che, non a caso, è anche l’animale rappresentato nello stemma della famiglia.

    È un fantasy sì, ma si parla pur sempre di cavalieri e quindi di onore. A tal proposito, voglio riportare un breve dialogo fra Bran e suo padre che mi ha fatto riflettere molto ed ho riletto con piacere più e più volte. Ho letto il libro in inglese, di seguito riporterò la versione originale e la mia traduzione libera.

    ” Can a man still be brave if he’s afraid?”

    ” That is the only time he can be brave.”

    ” Un uomo può essere coraggioso quando ha paura?”

    “Questa è l’unica occasione in cui può esserlo.”