Frankie ha 13 anni ed una sorella gemella di nome Tess che è quanto di più diverso da lei si possa immaginare.
Frankie adora i tornado, detesta i rumori forti ed il contatto fisico; ha un suo modo particolare di funzionare nel mondo e l’unica che, fino ad ora, l’ha saputa comprendere è la sua ex-migliore amica Colette.
Già, non sono più amiche perché Frankie ha origliato una conversazione in cui Colette si prendeva gioco di lei, ma il giorno in cui Colette scompare, Frankie si rende conto che non vuole perderla ed inizia la sua personale indagine per ritrovare l’amica.
In effetti il supporto di Frankie sarà decisivo per le ricerche della polizia che, altrimenti, avrebbe brancolato nel buio.
Non vi racconto altro della trama perché vi rovinerei molti elementi sorprendenti di questo libro
Testa di tempesta ci racconta una bellissima storia di amicizia, ma descrive anche un momento cruciale di passaggio nella vita della nostra Frankie, tredicenne neurodivergente alle prese con il primo ciclo, il primo amore ed il primo immenso dolore (e le tre cose non sono collegate!).
Sin dalle prime pagine, il libro mi ha toccato nel profondo
Dal 2012 sono tutor dell’apprendimento specializzata in DSA, BES e ADHD. Sono molti i bambini, le bambine e le famiglie che provo ad aiutare ed il concetto di ‘etichette’ mi perseguita da allora. Per questo, non ho potuto fare a meno di commuovermi ed arrabbiarmi quando Frankie parla della sua diagnosi.
Esordisce dicendo: "Lo psichiatra è quello che ti etichetta"
Poi racconta di aver trovato un questionario (non ancora compilato) nel cassetto della mamma e di averlo poi rivisto nello studio dello psichiatra, ma senza possibilità di leggere le risposte della mamma…eppure quel questionario parlava proprio di lei!
Ricordo che ero arrabbiata per le risposte e anche perché lo psichiatra elencava etichette che non capivo – ma che poi ho cercato su internet come “disturbo neurologico” e “deficit di attenzione” e “scarso funzionamento esecutivo” – e che mi classificavano! C’erano tutti i tipi di articoli su come i genitori potevano “affrontare” i bambini con questi problemi. A parte le etichette, non sapevo di essere qualcuno che mia madre doveva “affrontare”. Prima delle etichette non sapevo di avere dei “problemi”. Ero arrabbiata per le risposte e per non essere stata inclusa nella conversazione e per essere stata descritta in modo indegno.
Dopo questo momento difficilissimo, Frankie ha la fortuna di trovare il terapeuta giusto per lei
Gabe è il mio terapeuta, che è molto meglio di uno psichiatra. I terapeuti passano più tempo con te e cercano di parlarti e darti dei suggerimenti. Non ricordo molto della prima volta che ho incontrato Gabe, ma ricordo che il suo ufficio era pieno di giochi da tavolo, strumenti musicali e giocattoli, e mi parlava da solo, senza mia madre, e non mi etichettava o mi nascondeva i fogli del test. E mi lasciava disegnare i tornado mentre mi faceva delle domande.
[…]
Tutti piangevano, ma io non avevo pianto affatto. E la cosa mi aveva dato fastidio, finché Gabe non aveva detto qualcosa di molto semplice: ognuno soffre a modo suo.
Come vi dicevo, Testa di tempesta racconta anche di un grandissimo dolore e lo fa con questo spirito:
Il dolore non era lo stesso ogni giorno. E non era uguale a quello degli altri, così come non lo era il modo di gestirlo. Non c’era un giusto e uno sbagliato. Non c’era normale o anormale.
Era così.
Colette ha saputo vedere Frankie al di là di alcuni suoi comportamenti, le ha semplicemente voluto bene così come era, senza volerla diversa, senza cercare di cambiarla. E lo stesso vale per Kai, il ragazzo che piace a Frankie e che, a quanto pare, ricambia l’interesse.
Allora non lo sapevo, perché non sono una veggente, ma più tardi Kai mi avrebbe chiesto di tenergli la mano – e io lo avrei fatto per un minuto senza dare di matto per aver toccato un’altra persona, perché Kai non è una persona qualsiasi. Lui è Kai. E tenerlo per mano fu imbarazzante, ma piacevole e meno disgustoso di quanto avessi immaginato.
La ragione per cui ci riuscii fu il cambiamento. Il cambiamento era il mio nemico perché avevo sempre pensato che fosse un male. Certo, c’erano stati molti cambiamenti negativi ultimamente. Ma c’era stato anche un po’ di cambiamento positivo: in me. Seduta sul tronco, sorridendo al pensiero di Kai, mi sentii pronta per la terza media. Mi sentivo cresciuta. Meno sola. Mi sentivo bene.
Si cresce, si cambia, si va avanti
Testa di tempesta è una lettura meravigliosa per la scuola secondaria di primo grado, ma anche per tutti gli adulti che, come me, amano la letteratura middle grade!
P.S. entra di diritto nella mia lista di libri con i cani perché Frankie ha una bellissima cagnolona di nome Pirata perché, durante una zuffa, un altro cane le ha graffiato l’occhio sinistro.