Divisa in due – Sharon M. Draper

    A 3 anni Isabella riceve in dono una pianola giocattolo e scopre il suo grande amore per la musica, una passione travolgente che definirà molte sue scelte di vita. A definirla, però, non sarà soltanto l’amore viscerale per il pianoforte, ma anche la separazione dei suoi genitori ed il colore della sua pelle.

    Con l’arrivo della preadolescenza, infatti, la protagonista inizierà a sentirsi divisa in due. Isabella per la mamma, Izzy per il papà, incapace di chiamare un luogo ‘casa mia’ perché si alterna fra casa dell’uno e dell’altro genitore. Ce lo racconta così nel romanzo scritto in prima persona:

    Non eravamo più una famiglia unita, ma tre pezzi separati. Una mamma. Un papà. Una figlia divisa in due. Anzi, i pezzi erano quattro perché io dovevo essere due persone: Izzy per mamma, Isabella per papà.

    E la sua riflessione va avanti, portandola ad una conclusione alla quale io, pur essendo figlia di genitori separati, non ero mai arrivata…eppure, quando l’ho letta, l’ho sentita incredibilmente vera. Forse non è vera per me che ho avuto la fortuna di avere tante settimane tutte mie, ma sicuramente descrive alla perfezione la condizione di molti figli di separati.

    Sopra il letto ho appeso il calendario dell’anno nuovo che mi hanno regalato a Natale. E’ organizzato in settimane. Ho colorato le settimane della mamma con l’evidenziatore verde e quelle del papà con l’arancione fosforescente. Ventisei settimane per ciascuno. Divide esattamente a metà.
    Sapete qual è la cosa più triste? Non ci sono settimane per me.

    Con qualche aggiustamento, Isabella riesce a trovare un equilibrio ed entrambi i genitori ricostruiscono le proprie vite sentimentali con altri partner. Tutto sembra procedere più o meno liscio finché una compagna di scuola di Isabella non diventa il bersaglio di un atto di razzismo. Le indagini che seguono l’episodio, fanno scaturire nella giovane protagonista alcune riflessioni importanti sul colore della sua pelle e sul senso di appartenenza.

    Sul finire del romanzo anche Izzy vivrà in prima persona un episodio di razzismo dal quale uscirà con una bella cicatrice su un braccio. Il colpo sparato dall’agente l’ha colpita solo di striscio, ma la mente di chi legge non potrà non pensare a tutte le volte in cui quei proiettili hanno interrotto vite innocenti.

    Un romanzo davvero densissimo di temi importanti, attuali ed urgenti. Sono tante le sfide che ognuno di noi affronta crescendo e non è detto che la domanda “chi sono io?” abbia sempre ed inequivocabilmente una sola risposta corretta.

    Una bellissima lettura che mi sento di consigliare già dalla scuola secondaria di primo grado anche se, di solito, la collana Feltrinelli UP si rivolge ad un pubblico di lettrici e lettori sopra i 13 anni.

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