#day81 – Prodotti a km zero

    Ieri avevo adocchiato questi prodotti a km zero ed oggi sono diventati miei!

    In realtà nella mia wish list c’era anche la ricotta di bufala, ma qualcuno ci ha messo le mani prima di me…darn it! Lo so, sui latticini ci sono moltissimi pareri discordanti sia sul piano etico che su quello della salute. Per quanto riguarda l’etica mi trovate d’accordo, ma non ho ancora preso decisioni definitive sulle mie scelte future; per quanto riguarda la salute invece io ho una teoria tutta mia, forse assurda ma per adesso seguo questa strada.

    Ecco la mia teoria: poco di tutto ed ascoltare sempre il mio corpo.

    Da piccola bevevo un litro di latte al giorno e mangiavo svariati yogurt e gelati…finchè non interveniva saggiamente mio padre per porre fine ai miei banchetti! Adesso, ovviamente, devo cercare di stare più lontana possibile da quella bevanda bianca che mi evoca ricordi di calde serate estive all’Isola d’Elba o a Montalto Beach; al posto del latte di mucca utilizzo latte di avena, di riso, di nocciole, di mandorle, ma ogni tanto mi concedo lo yogurt o la ricotta. La spesa di stasera è proprio quell’ogni tanto, peccato per la ricotta. In generale cerco di ascoltarmi e capire cosa mi va, perché secondo la mia ‘folle’ teoria, il mio corpo sa benissimo di cosa ha bisogno e cosa invece è nocivo…il che potrebbe avere un senso se non si ci fossero sostanze che creano dipendenza ed io sono notoriamente caffè-dipendente. Non ne bevo molti, ma quello del mattino è irrinunciabile, se non lo prendo vuol dire che sto veramente male, tanto male!

    Anche se è palese che io non sia un esempio da seguire in fatto di alimentazione, la nutrizione è un argomento che mi interessa moltissimo, ma trovo che le informazioni disponibili siano troppe e troppo contrastanti. Venerdì scorso ho postato su Facebook la cena dei fritti ed una mia amica mi ha appoggiata dicendo che, in effetti, c’è una nota nutrizionista che lo consiglia anche due volte alla settimana, purchè sia fatto con olio di oliva. Questa nutrizionista si chiama Sara Farnetti ed io non vedo l’ora che arrivi il pacco contenente il suo “Tutto quello che sai sul cibo è falso“; non mi piacciono gli estremismi e nel suo libro spero di trovare una visione aperta ed illuminata circa le abitudini alimentari da seguire.

    Al di là della scelta dei prodotti, sono orgogliosa di aver acquistato a km zero ed a prezzi abbordabili. Stamani sono stata 5 minuti davanti ad uno scaffale al supermercato valutando se spendere 3,85 euro per una mini confezione di biscotti vegani superbuoni ed alla fine non li ho acquistati. Più o meno ho questi dubbi amletici ogni volta che metto piede in un supermercato quindi credo di poter concludere che l’idea delle autoproduzioni faccia parte di me da molto tempo, da molto prima che me ne accorgessi.

    Oggi in macchina ragionavo proprio su questo, sì lo so, dovrei stare attenta alla strada, ma ogni tanto la mente va per fatti suoi.

    Pensavo al significato della parola creatività che in qualche modo viene sempre accostata al genio artistico, ma creare significa far nascere dal nulla (che poi il nulla assoluto non esiste perchè comunque le materie prime sono pur sempre materia) e allora non è giusto usare creativo come sinonimo di artista. Dopo le scuole medie mi sono iscritta al Liceo Classico, ma ci ho resistito solo 1 anno scolastico ed 1 settimana, poi mi sono impuntata e sono andata all’Istituto d’Arte perchè io volevo creare, avevo bisogno di dar vita a qualcosa con le mie mani. In questo momento le mie mani danzano sulla tastiera e sto creando…eppure anche a 14 anni ero brava con le metafore, ma com’è difficile quando c’è da scegliere fra etichette ben precise.

    Ecco, mi sono persa…ah, le autoproduzioni! Dunque, stavo dicendo, ogni volta che vado al supermercato guardo i prodotti e penso, ma perchè devo comprare dei biscotti già pronti che sicuramente saranno pieni di conservanti quando invece potrei farli io? La risposta è sempre la stessa: Sara non hai tempo, prendi questa confezione e sbrigati ad andare alla cassa, passi lunghi e distesi, off you go! Stamani, durante la passeggiata con i cani, quindi in tempi non sospetti perchè non ero ancora andata al supermercato, ho avuto un’altra delle mie ‘geniali idee‘; ho pensato: vado a fare la spesa il sabato, la domenica cucino tutto il giorno, poi congelo quello che c’è da congelare e sono a posto per la settimana.

    Vi rendete conto della quantità di cose che mi vengono in mente in un solo giorno?!? E non me le ricordo neanche tutte...forse dovrei preoccuparmi.

    A Gennaio ho comprato un taccuino formato borsa proprio per annotare tutte le idee malsane che mi passano per la testa; non riesco a scriverci quanto vorrei e sto pensando che forse potrei fare delle registrazioni vocali, proprio come si vede nei film e poi trascriverle una volta a casa…tanto ho tempo, no?!? Vabbè, chiudiamola qui, una cosa però ci tengo a dire, tenere questo blog, che di fatto è il mio diario mi rende più lucida, più rilassata e meno stanca. In effetti il diario viene usato molto spesso anche da psicologi e psicoterapeuti, ma di questo ce ne parlerà presto una mia amica, molto più ferrata di me in materia.

    Avrei ancora voglia di scrivere, ma ho un libro che mi chiama quindi buonanotte…con gli addominali che chiedono pietà!

    Cosa ho imparato dalla giornata di oggi?

    1. fissare gli scaffali al supermercato nuoce gravemente alla percezione del tempo
    2. le giornate sono fatte di 24 ore, in 1 ora ci sono 60 minuti ed io non ho ancora imparato ad allungare le ore
    3. la mia vena creativa c’è
    4. le convenzioni mi stanno strette, è più forte di me