#day151 – Shopping terapia

    Oggi c’è stato un momento in cui mi si è chiusa la vena e stavo per sbroccare, così mi sono sbattuta dietro la porta di casa e mi sono dedicata ad un’attività che mi aiutasse a rilasciare endorfine.

    Le occasioni in cui mi si tappa la vena sono rarissime, ma le conseguenze sono piuttosto devastanti.

    Ero tornata a casa dopo una giornata lavorativa piacevole, ma pur sempre faticosa, avevo fatto un pranzo merenda e mi ero sdraiata sul divano. Tutto bene finché i bambini non si sono messi a giocare a pallone fuori casa e Saxon ha deciso che doveva farsi valere. In una giornata regolare la cosa sarebbe finita lì, ma io ero troppo stanca e nervosa e la situazione è andata peggiorando, soprattutto con l’intervento di TaraMaria.

    Nell'indecisione fra scoppiare in un pianto isterico o "volare i cani fuori dalla finestra" (ovviamente non lo farei mai!), ho scelto di prendere la borsa ed uscire.

    Sapevo che la mia erborista di fiducia faceva degli sconti sostanziosi a causa del cambio di sede del negozio così ho approfittato, non solo per fare acquisti, ma anche per fare una bella chiacchierata ed un’altrettanto piacevole passeggiata. La foto è un vedo-non-vedo perché il contenuto della busta ve lo svelerò man mano che inizierò ad utilizzare i prodotti. Ah, ovviamente m’impegno solennemente a terminare ogni singola confezione di prodotto che ho acquistato e sarà mia cura postare le foto che possano provare la serietà con cui affronto questo nuovo impegno.

    La strategia di ieri sera, ovvero spegnere il telefono, ha fatto sì che leggessi il 30% de L’amore molesto quindi anche stasera spegnerò il telefono e mi immergerò nelle parole della Ferrante che, è proprio il caso di dirlo, non delude mai. Certo, non c’è bisogno che lo dica io perché la critica parla da sola e, prima ancora della critica, è la sua scrittura a parlare un linguaggio unico.

    Ho sempre amato leggere, ma non ho mai sentito il desiderio di conoscere un autore, finché non ho incontrato lei, Elena Ferrante, che poi, per essere precisi, non si chiama nemmeno così. La vorrei conoscere per sentirla parlare, per vedere come muove le mani, per guardarla negli occhi, ma comprendo il suo desiderio di restare nell’anonimato, di non sporcare la sua scrittura con altro, che scritto non è.

    Cosa ho imparato da questa giornata?

    1. sono un filo arrivata
    2. la shopping terapia funziona, ma non troppo
    3. lista delle priorità