#week5 – Habemus Titolo

    First things first, non bacchettatemi perché non ho declinato la parola titolo al ‘caso’ giusto…non ce la posso fare, abbiate pietà di me!

    Ebbene sì, ho preso l’appuntamento, ci sono andata ed ho scelto il titolo, o meglio l’ARGOMENTO di questa tanto attesa tesi in Counseling. Non solo, sarete orgogliosissimi di me perché ho già stabilito anche l’obiettivo della prossima settimana: scrivere l’indice.

    Detto così sembra cosa semplice. In realtà so già per esperienza che riordinare in formato ‘lista’ il caos che si aggira nella mia testa è una missione quasi impossibile, ma ce la farò anche questa volta, se non altro perché so di poter contare su alcune menti brillanti che ho avuto la fortuna di incontrare strada facendo.

    Prima che io mi metta a parlare del futuro (verso il quale sono proiettata a bomba, se non altro per l’emozione di mettermi finalmente a lavorare sulla testi in Counseling), vediamo un po’ di ripercorrere questa settimana appena trascorsa.

    Le mie giornate continuano ad essere piuttosto affollate d’impegni, tuttavia il caos sembra piano piano prendere una forma e, se escludiamo venerdì e sabato, direi di aver avuto dei ritmi piuttosto umani (il che, come sapete, non è poi così scontato).

    Riguardandola a ritroso, direi che questa settimana ha girato intorno all’appuntamento di giovedì scorso e ad una grossa decisione che ancora non ho preso, ma che prenderò entro la settimana prossima, quindi non temete che vi terrò aggiornati.

    Cappelli introduttivi a parte, veniamo a noi!

    Molto tempo fa, durante una delle ultime lezioni del master in Counseling, è avvenuto un episodio che mi ha lasciata piuttosto senza parole e che, in parte, è servito come punto di partenza, non tanto per me, quanto per chi mi ha aiutata a scegliere l’argomento della tesi. L’episodio in questione ha come protagonisti me medesima ed una povera disgraziata che, a quel tempo, ebbe la grossa sfortuna di confessare, in mia presenza, di voler far accoppiare il cane.

    Ora, per tutta una serie di motivi che non sto a spiegarvi, in quella determinata occasione io non avrei assolutamente dovuto dire niente al riguardo. Non ero stata interpellata e non si trattava di una chiacchierata fra amiche quindi io sarei dovuta restare nel silenzio più totale e rispettare la persona che mi stava di fronte.

    Purtroppo non ho saputo resistere abbastanza, purtroppo ad un certo punto ho sbroccato.

    Non sono stata apertamente offensiva, per carità, ma credo che il messaggio sia stato chiaro. Quello che, in quell’occasione, urlai in maniera piuttosto diretta è un concetto piuttosto complesso ed oltremodo scomodo da accettare per molti possessori di cani.

    Per me è assolutamente inaccettabile attribuire ad un cane il desiderio di maternità così come lo concepiscono gli umani.

    Più in generale, trovo scorretto attribuire agli animali domestici idee, pensieri e sentimenti che in realtà appartengono solo a noi. Per carità, cadere in tentazione è facilissimo e restare al passo con gli studi sul comportamento animale può essere costoso e complicato, quindi non mi aspetto che il mondo sia pieno di esperti, ma vorrei solo che ci fosse l’onestà intellettuale di tacere quando non si sa e l’apertura mentale di imparare da chi ne sa più di noi.

    Detto questo, torniamo allo scabroso episodio che, come notate dal paragrafo precedente, è ancora in grado di suscitare in me reazioni un filino polemiche, perdonatemi! In ogni caso, quel giorno, il mio relatore, nonché presidente ecc ecc, il quale non mi aveva mai visto con la vena in fronte che mi pulsava (eh sì, quando mi arrabbio ve ne accorgete facilmente da questo simpaticissimo particolare inquietante), ha colto al volo l’occasione e mi ha chiesto di scrivere una tesi che potesse in qualche modo coinvolgere i cani.

    Ovviamente da quel giorno sono passati alcuni anni, un tempo imprecisato durante il quale io ho fatto una delle cose che mi vengono meglio: ho rimuginato senza soluzione di continuità rimandando all’infinito la stesura di una tesi che a quest’ora doveva già essere in archivio.

    Con l'incontro di giovedì scorso mi dichiaro ufficialmente riemersa dalle sabbie mobili.

    Questa settimana, la sesta dell’anno, lavorerò sull’indice chiarendomi gli ultimi due dubbi che mi sono rimasti, dopodiché inizierò la stesura dell’opera magna che, come programmato all’inizio dell’anno, consegnerò a fine Aprile.

    E da quel momento in poi sarò pronta a lavorare sul secondo obiettivo di questo intenso 2018.

    Per chi di voi fosse interessato ai progressi della mia sfida di lettura, sono molto orgogliosa di annunciarvi che il mio esperimento di lettura+ascolto di Harry Potter sta proseguendo alla grande; a Gennaio ho letto i primi 3 libri e in questa settimana terminerò anche il quarto.

    Non solo, prevedo di finire anche The 12 Weeks Year, il che mi porterà a quota 6 libri; sono troppo felice!

    Last but not least, volevo salutarvi con la canzone della settimana, ma nel video ci sono un po’ troppe ‘nudità’ in mostra quindi preferisco limitarmi a dirvi il titolo, per il video vorrà dire che vi attrezzerete da soli in caso. La canzone incriminata è la brasilianissima Vai Malandra…buon ascolto!