Quest’anno mi sono presa tutto il tempo necessario per formulare dei buoni propositi ‘sensati’. Non che quelli del 2017 non lo fossero, ma semplicemente, come mio solito, avevo messo troppa carne al fuoco. Così quest’anno ho deciso di seguire i principi in cui vi ho parlato, appunto, nell’articolo dedicato al raggiungimento degli obiettivi.
Per evitare di ricadere nello stesso errore ho deciso di suddividere l’anno in quadrimestri. Mi sono ispirata all’idea di Brian P. Moran, autore di The 12 Year Week (che ho riassunto per voi qui) che consiglia di ragionare su una base trimestrale.
Perché allora ho deciso di aggiungere un mese? Beh, prima di tutto per essere coerente con il detto “tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare”, ma soprattutto perché il primo obiettivo che mi sono posta per il 2018 ha una scadenza che non dipende da me.
Seguendo la scia di fine 2017, ho infatti deciso di concludere anche il mio master in counseling scrivendo la tanto rimandata tesi.
Dovrò consegnarla entro il 14 Maggio ed ho quindi deciso di anticipare (con me stessa almeno) la scadenza al 30 Aprile in maniera da non intaccare il mese di maggio. Ed ecco spiegato il motivo del quadrimestre. Certo, qualcuno di voi potrebbe farmi notare che, volendo, avrei potuto decidere di anticipare la consegna al 31 Marzo e rispettare così le 12 settimane proposte appunto da Moran, ma non voglio forzare troppo la mano.
A proposito di forzare la mano, per questo 2018 mi ero immaginata un obiettivo molto fitness, ma con la broncopolmonite ancora da smaltire ho dovuto rivedere un attimo le priorità. Certo, questo non significa che trascurerò il mio benessere fisico.
L’obiettivo del 2017, per quanto vago e per certi versi mal formulato, era esattamente quello di cui avevo bisogno: riprendere in mano la mia vita. Di sicuro non bastano 365 giorni per raggiungere un obiettivo così ambizioso, ma 365 giorni sono sicuramente sufficienti a modificare alcune abitudini.
Ma perché tutto questo gippone sul 2017 quando dovrei parlarvi del 2018?
Beh, in primo luogo per rassicurare chi mi ha seguito che non andrà tutto perduto che continuerò a farmi almeno una coccola al giorno e poi perché credo sia molto importante riflettere sull’anno appena trascorso prima di porsi obiettivi per l’anno che verrà.
C’è anche un’altra considerazione che facevo stamani in macchina: il riposo è sacro, come lo sono anche le vacanze. Ho la fortuna di rientrare a lavoro l’8 Gennaio, quindi perché non godermi questa settimana anziché mettermi a fare-fare-fare senza neanche pensare?
Vi garantisco che non si tratta di procrastinazione ed è proprio a questo tema che ho deciso di dedicare il primo mese di questo nuovo anno.
Tornando ai miei obiettivi per il 2018, per il secondo quadrimestre ho previsto una full immersion di attività manuali di vario genere che suddividerò sapientemente fra le 18 settimane, considerando anche che durante le vacanze estive molto probabilmente opterò per il riposo totale.
A proposito di vacanze, prima di abbrutirmi ero una viaggiatrice incallita, poi mi sono convinta che avevo visto tutto quello che volevo vedere, finché non ho deciso di aprirmi nuovamente all’emozione che provo ogni volta che mi trovo a guardare un panorama nuovo o a camminare fra le vie di città antiche.
Eh sì, sono ancora curiosa come una volta e sono ancora tanti i viaggi che vorrei fare.
Vediamo se rimetto a posto anche quest’area della mia vita, diciamo che per adesso vanno bene i progetti che ho messo in porto.
Siamo quindi giunti al terzo ed ultimo quadrimestre e, per concludere in bellezza il 2018, ho deciso che mi dedicherò ad un progetto che nella mia testa è nato molto prima di #abbrutitanomore, ma che non ho ancora avuto il coraggio di portare avanti: un blog dedicato alla lettura. La parte dedicata ai libri verrà infatti totalmente migrata su un nuovo blog entro la fine del 2018. Sarà un lavorone, non tanto la migrazione, quanto dar vita a questo progetto.
Le abitudini di lettura in Italia sono davvero preoccupanti, ma io voglio credere che le cose si possano cambiare.
Vorrei anche promuovere una cultura più accessibile, perché temo che tutti questi cervelloni che si ergono su piedistalli dorati utilizzando di proposito parole ai più incomprensibili, stiano soltanto soddisfacendo il proprio ego quando invece, se solo riuscissero a scendere al piano inferiore, potrebbero veramente cambiare le cose. Io non sono certo un’intellettuale, né tantomeno un’accademica, ma le aule d’università le ho frequentate e conosco bene la differenza che c’è fra chi ‘decanta’ la lezione e chi invece certi concetti vuole proprio trasmetterli.
A quei professori va tutta la mia riconoscenza.
Già fra i banchi di scuola impariamo che gli artisti sanno che rimarranno eterni grazie alle loro opere, ma cosa succede se non c’è più nessuno disposto a leggere? Cosa succede se non c’è più nessuno disposto a portarti in giro per una città raccontandoti storie incredibili? Cosa succede se il capitolo sul Leopardi parla solo del suo pessimismo e della sua odiosa cugina tralasciando la genialità di quell’uomo? Era gobbo e quindi?
Io non ci credo che siamo un popolo di capre e per questo scriverò di libri e, soprattutto, della magia della lettura.
Beh, direi che anche per il 2018 ho il mio buon da fare! Per fortuna ho un meraviglioso planner -regalo prezioso che ho ricevuto a Natale- che utilizzerò per pianificare attentamente le mie azioni e per monitorare i miei progressi.
Ah, prima che mi dimentichi, ho impostato il mio nuovo traguardo di lettura su Goodreads. Nel 2017 ho letto 20 libri e nel 2018 ne leggerò almeno 25, è deciso! Spero vivamente di superare l’obiettivo, ma per adesso mi sono volutamente tenuta bassa perché so benissimo che scrivere la tesi comporterà una bella battuta d’arresto delle mie letture, o almeno di quelle dalla prima all’ultima pagina.