#day77 – Shopping in libreria

    Durante il mio soggiorno a Manchester ho scoperto le meraviglie di Amazon e della consegna in 24 ore e, da allora, non ho quasi più messo piede in una libreria. Mi è capitato spesso di lamentarmi per la quantità di libri acquistati su Amazon in una sola volta ma, evidentemente, avevo dimenticato cosa significasse entrare in libreria.

    Posso affermare con orgoglio di essermi trattenuta.

    O meglio, diciamo che, dopo essermi caricata di libri sono riuscita ad operare una scelta e ne ho comprati soltanto tre. Ad essere sinceri, un ottimo deterrente agli acquisti è la lingua originale. Mi spiego meglio, avendo la fortuna di conoscere molto bene la lingua inglese mi rifiuto di acquistare libri che sono stati tradotti dall’inglese all’italiano. Se non fosse stato per questo motivo oggi sarei uscita dalla libreria molto più povera, almeno economicamente parlando.

    Prima di andare in libreria mi ero fermata in un negozio che vende prodotti per la casa e per la cura del corpo (così non faccio pubblicità a nessuno) e, come succede sempre, ero rimasta ferma in adorazione per circa 30 minuti davanti agli espositori dei trucchi. Purtroppo, essendo io profondamente abbrutita, sono uscita a mani vuote perché, onestamente, non ho idea di cosa acquistare. So molto bene quale sia l’effetto make up finale che desidero, ma non so come ricrearlo, o meglio, non so quali siano i prodotti più adatti alla mia pelle.

    A questo punto urge una divagazione, chiedo perdono.

    Più che una divagazione è una riflessione che ho fatto più volte negli ultimi anni. Non vado molto spesso a fare shopping, ma quando mi decido finisco sempre per incontrare commesse molto mal predisposte. Fermo restando che le condizioni lavorative sono evidentemente peggiorate per tutti e questo sicuramente ha un peso sull’umore dei lavoratori, so che è molto difficile lavorare al pubblico. In primis perché noi clienti a volte siamo veramente insopportabili e poi, soprattutto, perché ognuno di noi è costantemente schiacciato dal giudizio e dal pregiudizio. Proprio stamani, poco prima di entrare nel negozio, sentivo due giovani nonni dare consigli alla nipote adolescente. Siamo passati da “fai l’avvocato che guadagni un sacco di soldi” a “mi raccomando non fare una di quelle lauree del ca**o”. Sì sì, ve lo giuro, ha usato proprio una parolaccia, come se questo linguaggio lo rendesse più giovane ed improvvisamente più vicino alla nipote. Certo, se cresciamo con questi ‘valori’ è poi piuttosto normale che certe persone si sentano delle me**e a svolgere il ruolo di commesse, ma non c’è nulla di più sbagliato.

    Io credo che ognuno di noi abbia il diritto, anzi il dovere, di poter esprimere la propria personalità, al di là delle lauree e degli inquadramenti contrattuali. Le commesse sono fondamentali, voi commesse siete l’anima del negozio, quando un’abbrutita entra in profumeria ha bisogno di una consulenza, ha bisogno di sapere qual è il suo tipo di pelle, che forma ha il suo viso e quali colori si adattano meglio alle labbra ed agli occhi. Lo stesso vale per i negozi di elettrodomestici, per le librerie e per tutti i negozi. Lo so che c’è internet e che basta fare una ricerca su Google per scoprire tutto lo scibile su ogni argomento, ma i rapporti umani? Che fine hanno fatto?

    Amate voi stesse, amate il vostro lavoro, vi prego.

    Tutto questo pippone per spiegare il perché dell’acquisto del libro Segreti di Bellezza. Lo so, avrei potuto consultare internet ma tendo a perdermi nel World Wide Web e non c’è cosa che detesto di più. Lo stesso vale per l’altro libro, quello con le ricette per maschere e scrub; anche in questo caso avrei potuto chiedere alla rete, ma ogni tanto ho bisogno della sicurezza che mi trasmette la carta stampata. In un libro le informazioni tendono ad essere piuttosto ordinate e generalmente presentate secondo una logica che mi rassicura infinitamente, quindi ho deciso di fare questo piccolo investimento. Questo è solo l’inizio di un grande amore che, forse, sboccerà fra me e le autoproduzioni di prodotti cosmetici.

    Avevo preso anche due libri sulle tisane, ma alla fine ho deciso di rimetterli al loro posto; non volevo esagerare con gli acquisti perché comunque il tempo a mia disposizione è piuttosto limitato quindi trovo saggio concentrarmi su una novità alla volta…già mi sembra di aver messo un bel po’ di carne al fuoco e non siamo nemmeno alla fine del terzo mese dell’anno!

    I libri sulle tisane sono stati sostituiti da un libro il cui titolo e sottotitolo sono estremamente appropriati per me, che per prendere una decisione impiego sempre tempi biblici, altro che Le Penseur di Auguste Rodin (tra l’altro, se andate a Parigi vi consiglio di visitare il suo museo). C’è anche un altro motivo per cui ho scelto di acquistare Cogito ergo soffro. Correva l’anno 1993 quando il matrimonio dei miei genitori giungeva al triste epilogo. A quei tempi le separazioni ed i divorzi non erano all’ordine del giorno, o perlomeno non in un piccolo paesino in provincia di Siena. Io sentivo gli sguardi inquisitori dei professori e degli anziani, la preoccupazione di tutti era così palpabile da diventare insopportabilmente pesante. Pochi anni dopo, convinta che prima o poi le profezie dei più si sarebbero avverate e che quindi io sarei in qualche modo impazzita, chiesi a mio padre di portarmi da qualcuno che avrebbe potuto aiutarmi. Mio papà, ovviamente, oltre a non dirmi di no, cercò il meglio e quel meglio fu proprio il Dott. Giorgio Nardone, autore del libro ed amante di cani. I nostri incontri non durarono molto, ricordo una persona molto piacevole che mi consigliò di tenere un diario, un po’ quello che sto facendo adesso. Da allora so che ha scritto molti libri e che è diventato un professionista molto noto…chissà se le nostre strade un giorno si rincontreranno. Certo è strano vedere il suo libro fra i manuali di bellezza, ma io sono così, evviva le contraddizioni!

    Ieri riflettevo sull’importanza di prendere le cose con un po’ di calma ed oggi ho cercato di mantenere fede alla promessa. Colazione al bar, profumeria, libreria, pranzo, passeggiata con i cani e poi divaning con libro annesso. Se continuo così domani ho finito la lettura di Marzo. La mia follia degli addominali procede talmente bene che stasera ne ho persino fatti 20 in più perchè ho letto male la scheda…una genialata al giorno la devo fare!

    Cosa ho imparato dalla giornata di oggi?

    1. dimenticarsi il cellulare potrebbe essere una strategia vincente per incrementare la lettura
    2. questa storia delle autoproduzioni potrebbe diventare pericolosa
    3. le mie idee si meritano che io agisca