#day219 – Tennis, ovvero il primo amore non si scorda mai

    Stasera, contro ogni previsione e sfidando il caldo estremo, sono tornata ad impugnare la racchetta da tennis.

    Credo siano passati circa 10 anni dall’ultima volta che ho giocato ed avevo il terrore di fare una figuraccia, ma una volta in campo tutto è iniziato ad andare per il verso giusto. Ho avuto un po’ di difficoltà a calcolare le distanze e continuavo a fare miliardi di passettini, ma piano piano il mio corpo cominciava a risvegliarsi, ricordando movimenti che la mia testa, di sicuro, aveva rimosso.

    Credo si tratti di quella cosa meravigliosa chiamata 'memoria muscolare'.

    Ho giocato a tennis per qualche anno da bambina, ma la mia incapacità di affrontare psicologicamente le partite ha fatto sí che io decidessi di abbandonare questo sport che, in realtà, mi rendo conto di aver sempre amato. Non penso che sarei diventata una tennista famosa, ma devo riconoscere un filo di dispiacere nell’aver mollato, non tanto per il tennis in sè, quanto perché, forse, lo sport avrebbe potuto aiutarmi ad imparare a gestire la mia ansia.

    Ho scritto 'forse' e lo sottolineo perché, in effetti, la mia è solo una congettura. Le cose sono andate come sono andate, io non posso cambiare il passato, ma posso decidere di godermi il presente e stasera l'ho fatto.

    Certo, il merito va anche a Biagio, con il quale tutto è più semplice. A lui sento di non dover dimostrare nulla ed è per questo che con lui non esiste alcun motivo di stare in ansia. Abbiamo fatto qualche scambio, senza aspettative, provando a spingere di più su alcune palline ed azzardando tiri corti o con angolazioni pericolose. Abbiamo fatto tutto ridendo, prendendoci in giro e scusandoci l’uno con l’altra per tiri improbabili.

    Di certo Biagio deve essersi divertito particolarmente durante i miei tentativi di ‘rompere il fiato’. Ci sono stati momenti in cui mi sembrava di non riuscire a respirare, ma sapevo che, una volta superati quei pochi minuti d’inferno, tutto sarebbe stato in discesa.

    Ho mangiato una banana ed ho fatto stretching nella speranza di contrastare la formazione di acido lattico. Poi, già che c’ero, ho anche mangiato una crêpes alla Nutella, ma questa è un’altra storia, la storia dei conti che non tornano e della beata incoerenza.