Magic Fish, le storie del pesce magico di Trung Le Nguyen

    Da dove si comincia a raccontare un capolavoro?

    Me lo sono chiesto spesso prima di scrivere questo articolo con il quale spero di poter rendere giustizia a Magic Fish, le storie del pesce magico.

    Una delle cose che amo di più dei fumetti in generale, è il fatto che parte della narrazione sia affidata alle immagini e la prima tavola di questo graphic novel mi dice con una chiarezza disarmante che ci saranno tre piani narrativi: uno raccontato sui toni del carminio, uno sui toni del giallo e l’altro sui toni del cobalto.

    Il fatto che si tratti dei colori primari non credo sia un caso, bensì una scelta precisa.

    Ancora non sappiamo esattamente quali storie andremo a leggere, ma abbiamo già ricevuto un’attivazione molto importante.

    I toni del carminio ci raccontano la storia di un ragazzo nato in America da genitori vietnamiti, fuggiti dal loro paese natale in cerca di un futuro migliore, ma ancora legati ai ricordi di quella terra lontana e alla loro lingua materna. Tién e la mamma discutono infatti, già dalle prime battute, del loro bilinguismo e di come l’uno parli quasi sempre inglese, mentre l’altra utilizzi prevalentemente il vietnamita.

    Il linguaggio sarà al centro di tutta la narrazione

    Hanno un bellissimo rituale: prendono i libri in biblioteca e li leggono ad alta voce. Ed ecco che s’inseriscono le storie in cobalto, quelle narrate nei libri che scelgono e che appartengono quasi sempre alle fiabe tradizionali.

    Ma come ci dice la mamma di Tién prima e sua zia dopo, le storie possono (e devono?) cambiare.

    Al giallo sono affidati i ricordi dei protagonisti; Tién ripensa alla sua infanzia mentre sua mamma torna indietro fino agli anni trascorsi in Vietnam.

    Ma Magic Fish non parla solo di migrazione, di bilinguismo e del potere delle narrazioni, è anche la storia di Tién che sta crescendo e che cerca un modo per parlare ai genitori della propria omosessualità. Purtroppo saranno gli insegnanti a farlo, ma la mamma di Tién troverà un modo meraviglioso di dire al figlio che lo ama così com’è.

    L’edizione si conclude con una meravigliosa nota dell’autore e moltissimi materiali integrativi in cui Trung Le Nguyen racconta nel dettaglio a quali versioni delle fiabe si è ispirato per le sue narrazioni ed anche a quali stilisti si è rifatto per la costruzione degli abiti dei suoi personaggi.

    Un capolavoro, ve l'ho detto!

    Assolutamente imperdibile e vi lascio con un’ultima chicca: per alcune illustrazioni l’autore si rifà a particolari della basilica di Santa Croce a Firenze.