Anouk ha 14 anni, una madre che vive e lavora su un’isola norvegese, un padre che le sembra inadatto e distratto ed una sorella di 12 anni che adora, ma che dal lunedì al venerdì vive all’accademia di danza.

    Natale si avvicina e anche quest'anno lo passerà senza sua madre.

    Come se non bastasse, quella che un tempo era la sua migliore amica, Marina, ha deciso di diventare la sua peggior nemica e di perseguitarla a scuola con scherzi di cattivo gusto.

    Anouk non ce la può fare a sopportare la situazione e, complice anche il padre che, anziché confortarla, le dice di essere forte e di ignorare il comportamento scorretto di Marina, decide di scappare.

    Prepara zaino e provviste, ma mentre sta per uscire di casa si rende conto di non avere un luogo caldo dove dormire e ripararsi ed è così che decide di fuggire nella soffitta di casa sua…del resto il titolo ce lo dice chiaramente!

    Riuscite ad immaginare cosa significhi vivere nella soffitta di casa propria cercando di non fare alcun rumore ed utilizzando un condotto dell’aria per origliare tutto quello che succede ai piani inferiori?

    Dopo 5 giorni passati in soffitta, Anouk ci racconta così la sua esperienza:

    Il sole ha fatto evaporare la mia malinconia. Ho ripreso i miei ritmi e la mia routine quotidiana: leggo, suono il banjo, disegno. Sono qui da meno di una settimana, non sono mai uscita di casa, eppure mi sembra di aver vissuto più che un intero mese di scuola. Non importa dove siamo, ciò che rende emozionante la nostra vita è quello che succede dentro la nostra testa. Ogni piccola cosa può trasformarsi in un’avventura, persino l’immobilità e la solitudine.

    Il padre di Anouk, nel frattempo ha allertato le autorità ed organizzato squadre di ricerca ignaro del fatto che la figlia sia a pochi metri dalla sua testa. Il piano della protagonista procede più o meno bene finché non finiscono le provviste alimentari ed Anouk è obbligata ad ordinare online.

    Nel momento della consegna il fattorino la riconosce.

    Sarà il primo a scoprire il nascondiglio di Anouk, ma deciderà di mantenere il segreto, colpito dal coraggio di questa ragazzina, quello stesso coraggio che vorrebbe avere lui per fuggire da una vita che non lo rappresenta.

    A volte uno cerca di accontentare i genitori, di fare come fanno tutti. E si lascia incastrare in una vita che non gli somiglia. Ma forse sono solo scuse per non cambiare niente. Che stupido, vero?

    La seconda persona che scoprirà Anouk sarà sua sorella Bena, ma anche lei deciderà di tenere la bocca chiusa e le due si frequenteranno di nascosto finché, il giorno di Natale, Anouk si ritroverà faccia a faccia con sua madre, appena arrivata dalla Norvegia e lì capirà di non poter più continuare a nascondersi.

    C’è una cosa che ho capito sulla nostra famiglia: in un modo o nell’altro, siamo tutti in fuga. Mia mamma è fuggita dalla Norvegia, mio papà fugge nel suo lavoro e nelle sue scatole e mia sorella fugge nelle sue lezioni di danza. L’intera umanità passa il tempo a fuggire. Credo sia il corso naturale delle cose.

    La storia di una fuga particolare, un isolamento durato 9 giorni (dal 14 al 25 dicembre) e raccontato in prima persona dalla protagonista che alla fine arriva a questa conclusione:

    Penso alla vita che mi aspetta, mi chiedo a cosa somiglierà. Stranamente, nonostante non sia cambiato niente, ho di nuovo fiducia in me stessa. Come se isolandomi fossi riuscita a ritrovarmi, a capire chi sono e quello che voglio. Come se mettere in pausa la vita quotidiana mi avesse aiutata a ricominciarla meglio di prima. Ho l’impressione di essere scappata dentro me stessa.
    Fuga in soffitta, di Coline Pierrè, tradotto da Claudine Turla e pubblicato da Giralangolo.

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