#day61 – Montare mobili come se non ci fosse un domani

    Alcune persone praticano la meditazione, io assemblo mobili.

    Oggi giornata molto proficua e molto meditativa. Il mio adorato nonno Alfio possiede una seconda casa da cui non vuole liberarsi perché gli è stata donata dalla sua adorata mamma, la nonna Viola (da cui io avrei dovuto prendere il nome). Questo piccolo appartamento è stato rinnovato interamente qualche anno fa con l’idea di darlo in affitto, ma l’idea non si è mai concretizzata perché non abbiamo mai fatto i lavori di rifinitura che avrebbero reso la casa effettivamente abitabile. In una casa senza letto ci si dorme scomodi, lo stesso vale per l’armadio ed altri pezzi di arredamento.
    Ovviamente ogni santo giorno ci sono milioni di priorità e, altrettanto ovviamente, questa casa non ha mai ricoperto le prime posizioni finchè non ho trovato qualcuno interessato ad affittarla. Grandioso vero?!? Decisamente sì, peccato che ne hanno bisogno impellente ed io lo scorso fine settimana, anziché dedicarmi alla questione, ho pensato bene di ammalarmi.
    Ieri IKEA, oggi montare mobili e cercare di rendere la casa più ospitale possibile. Dare una casa in affitto è sempre un terno a lotto, ma credo che sia molto importante consegnare una casa curata, una casa che in qualche modo dimostri di essere stata amata affinchè anche gli altri possano fare lo stesso. Io forse sono troppo ottimista, ma mi piace pensare che l’amore sia contagioso.

    Chiamatemi idealista, ma penso che sia importante dare l’esempio.

    E non sto parlando di quelle azioni false che si compiono solo perché la società e la cultura hanno deciso che appartengono al contenitore ‘buoni’, no, sto parlando di quelle azioni che si fanno perché è il nostro cuore a guidarci.
    Ora signori, tutto stava andando alla grande finchè, mentre scrivevo l’ultima frase, ho pensato ad una vignetta vista poco tempo fa su Facebook e addio poesia.

    E niente, sono fatta così, prendere o lasciare.

    Cosa ho imparato dalla giornata di oggi?

    1. mi mancano tantissimo i lavori manuali che facevo quando andavo a scuola e che ho continuato a fare per qualche anno (collanine in fimo, sculture, bracciali, lavori ai ferri ecc. ecc.)
    2. a volte il mio fancazzismo ha la meglio e, trattandosi di meccanismo di difesa, comincio a pensare che anziché giudicarlo, preferisco accettarlo