#day141 – La ricerca olfattiva secondo Susan ed Eleonora

    Ieri sera, viste le mie condizioni fisiche, temevo che oggi avrei dovuto rinunciare alla giornata di stage ed invece la doccia calda ed il letto presto hanno sortito il loro effetto. Non ero di certo al 100%, ma sono riuscita a trascinarmi fuori dal letto, salire in macchina, guidare per 2 ore, passare la giornata fuori e tornare a casa. Ovviamente sono anche riuscita a lasciare in frigo il pranzo ed i premi di TaraMaria che avevo preparato con tanto amore, ma questa è un’altra storia, è una storia che comincia con la carenza di sonno.

    Ve la racconterò un'altra volta.

    Come vi dicevo ieri, aspettavo questo seminario da oltre un anno e ci avrei rinunciato solo se le mie gambe stamani mi avessero negato questa possibilità. Per fortuna non l’hanno fatto e sarà mia cura trovare il modo migliore per ringraziarle.

    Stasera faccio un po' fatica a scrivere, mi vengono le parole in inglese, non chiedetemi perchè.

    Già nel primo paragrafo avrei voluto scrivere la storia di una ‘sleep deprived Sara’ e adesso, mentre cerco gli aggettivi migliori per descrivere questo weekend mi viene in mente soltanto ‘refreshing’. Mi sono ricaricata ed ho respirato aria fresca, non tanto quella che è entrata nei miei polmoni, quanto piuttosto quella che è entrata nel mio cuore e nel mio cervello. Le relatrici, Susan ed Eleonora, appartengono a quella ristrettissima cerchia di persone che mi ricordano il vero motivo per cui io mi sia avvicinata al mondo della cinofilia.

    Parlo di cinofilia e non di cani perché, secondo me, c’è un po’ di differenza. A mio avviso i cani sono assolutamente perfetti così come nascono, ma noi umani abbiamo il dono di rendere tutto terribilmente complicato, con le nostre aspettative, con le nostre proiezioni, con la nostra ignoranza, con il nostro egocentrismo, con i nostri giudizi e con il nostro stile di vita, sempre più folle e frenetico. Ed è qui che entra in gioco la cinofilia. Dovrebbe dare rispooste a chi, come me, ha dimenticato di avere un istinto o non sa più come utilizzarlo, ma finisce spesso per fornire delle comode etichette da attaccare al primo malcapitato.

    Oggi mi sono sentita accettata, mai giudicata.

    Non posso parlare a nome di TaraMaria, ma spero che anche lei abbia provato le mie stesse sensazioni. Eravamo in un campo a ‘giocare a nascondino’, fra agli alberi di olivo, con la trippa verde essiccata in tasca…ad occhio e croce mi sembra un’attività piuttosto divertente dal punto di vista del cane.

    Io, inutile dirlo, mi sento incredibilmente fortunata ogni volta che lei decide di incrociare il mio sguardo.

    Credo che il cane sia stato il mio primo desiderio, o almeno il primo che ricordo. Quando ero piccola non c’erano i pet shop che sono in voga adesso, ma c’erano solo negozi di caccia e pesca e ricordo quanto mi piacesse fantasticare davanti alla parete dei guinzagli e dei collari. Mi immaginavo in un campo, con il mio cane seduto di fianco ed i nostri occhi rivolti verso l’orizzonte.

    Chi mi conosce sa che faccio un miliardo di cose insieme ai miei cani, ma alla fine, l’unica cosa che conta è camminare insieme, nella stessa direzione, ed oggi lo abbiamo fatto.

    Cosa ho imparato da questa giornata?

    1. intenzioni e motivazioni sono fondamentali
    2. osservare, ascoltare, imparare…con il cuore aperto
    3. la mia ‘collezione’ di attestati aumenta