#day110 – Seminario Cambridge English

    Ultimamente ho fatto un sacco di "tirate" sull'importanza di amare il proprio lavoro.

    L’ho affermato così tante volte e con così tanta insistenza che mi sono chiesta se non fossi proprio io la destinataria di quella lezione. La risposta è, ovviamente, sì. Negli ultimi anni ho dedicato molto tempo ed altrettanto denaro alla formazione in ambito cinofilo ed anche ad un master in Counseling. Entrambe le scelte si fondavano sia su interessi personali, sia sul mio desiderio di cambiare lavoro. Ad oggi non è cambiato nulla perché, nonostante la buona volontà, credo di aver affrontato le cose con una prospettiva sbagliata.

    Ma niente paura, abbrutitanomore è qui anche per questo.

    Ovviamente, mentre incastravo gli impegni e sperperavo soldi in centomila formazioni diverse, ho fatto il peggiore degli errori: ho trascurato il mio attuale lavoro. Oggi, dopo anni, ho finalmente partecipato ad un evento inerente la mia professione. Erano almeno 4 anni che non seguivo alcun corso di aggiornamento ed è stata una ventata di aria fresca. Abbiamo parlato di writing e di tecnologia e di come quest’ultima offra strumenti eccezionali sia per gli studenti che per i docenti.

    Sono bastate due ore per ricordarmi perché mi piace insegnare.

    Avrei potuto inserire quest’articolo nella sezione ‘urgenze’, ma ho optato per traguardi perché voglio che sia l’inizio della mia nuova “storia d’amore” con il mio lavoro, una storia che prevederà sicuramente altri eventi formativi.

    Analizzando le opportunità che via via mi sono preclusa e continuo a precludermi, mi rendo conto che dietro c’è quasi sempre lo stesso sentimento: la paura. Ho paura di non essere all’altezza, di venire criticata. Nello specifico del mio lavoro ho paura di non reggere il confronto con gli insegnanti madrelingua ed a forza di ripetermelo mi sto convincendo. Ma da oggi si cambia registro!

    Altra piccola perla. Indovinate dove si è tenuto il seminario? Nella sede dell’Università per Stranieri. E quindi? Beh, per una persona normale in effetti non si tratterebbe di nulla di particolare, ma vi ricordo che avete a che fare con una che non si è presentata ad un concorso perché il colloquio conoscitivo si teneva nell’aula Magna dell’Università per Stranieri ed a cento metri dalla porta si è fatta prendere da un attacco di panico…c’è della genialità! Oggi le cose son andate diversamente ed entrare in quell’edificio senza sentirmi una mentecatta mi ha dato una bella botta di autostima. Se sono riuscita a varcare le porte doppie scorrevoli senza vergognarmi allora riuscirò a ripetere questa stessa azione anche per dare i due maledetti esami che mi sono lasciata indietro.

    Cosa ho imparato da questa giornata?

    1. tutte le storie d’amore richiedono grandissimo impegno
    2. life is discovery
    3. l’apertura mentale sta alla base delle esperienze positive