#week14 – Lavorare alacremente

    Ed ecco che si conclude l’ennesimo giorno di festa in cui io, anziché godermi il sole, mi sono spaccata gli occhi davanti al pc. Suppongo che questo sia il prezzo da pagare, non tanto per realizzare i propri sogni, quanto semplicemente per portare a termine i propri obiettivi…sperando che siano quelli giusti.

    Visto l’attacco melodrammatico, voglio ricordare a me stessa che sto scrivendo un articolo alla settimana e che non sono obbligata a darvi soltanto notizie sulla stesura della tesi…altrimenti sai che barba!

    Sono comunque qui a raccontare le mie gesta sperando che ci sia qualcuno che possa trarne beneficio.

    Oggi ho approfittato di un attacco allergico per chiudermi in casa a scrivere. Ho continuato a maledirmi, più o meno come la scorsa settimana ed a poco sono valsi i miei tentativi di calmarmi. Sto cercando di vedere le cose in prospettiva, ovvero mi sto concentrando sulla sensazione di liberazione e benessere che proverò una volta che questo capitolo sarà chiuso.

    Lo scorso Dicembre mi sono laureata, portando a compimento un qualcosa che temevo sarebbe rimasto aperto per sempre e, nonostante tutta la mia ‘teoria’ sull’importanza della chiusura e del vuoto fertile, mi sono fatta comunque prendere dalla mia solita ansia che mi vede perennemente in corsa contro il tempo a rincorrere chissà che cosa poi.

    Questa volta sarà diverso e non tanto perché lo sto promettendo pubblicamente quanto perché ne ho veramente bisogno.

    Ho la tendenza a lanciarmi in una nuova avventura quando quella vecchia sta per volgere al termine perché forse, di quel vuoto fertile, un po’ ho paura. Peccato che così facendo non metabolizzo mai le esperienze, perdendomi forse una delle parti più soddisfacenti.

    Bene, adesso che ho terminato il momento di autofustigazione, posso tornare in me.

    Contro ogni previsione (4 settimane di nullafacenza non sono poche!), la tesi procede e sono quasi a metà dell’opera. Nel frattempo, per quanto possa sembrare incredibile, procede anche la mia vita con numerosi (troppi!) impegni di lavoro e con sporadici (troppo pochi!) momenti di divertimento.

    Ieri, per mia grande fortuna, ho passato una giornata di quelle che piacciono a me.

    Gli ingredienti sono: natura, cani e sole. Facile no?!? Beh, direi proprio di sì e questo mi fa riflettere su quanto, talvolta, io riesca a complicarmi l’esistenza andando a ricercare chissà cosa quando so benissimo che, per essere felice, ho bisogno di semplicità.

    Fare Mantrailing con il proprio cane e sentirsi dire: “fai le tracce sorridendo” è qualcosa su cui voglio riflettere perché non si sorride mai a caso.

    Il giorno di Pasqua ho piantato le rape bianche inglesi (semi provenienti dall’Inghilterra), adesso mi sto documentando sui meli e chissà che piano piano le cose non prendano la piega giusta, e non perché le cose si aggiustano da sole, ma semplicemente perché mi sto impegnando.