“Felici i felici”, Yasmina Reza

    “Questo libro mi sa che non l’ho capito”, è così che io, piccolo insignificante essere umano di scarso intelletto, decido di iniziare i miei ‘appunti di lettura’ su questa blasonatissima opera edita da Adelphi.

    Yasmina Reza, brillante commediografa e scrittrice parigina, non ha certo bisogno della mia recensione per stare sotto le luci della ribalta, per questo ci ha già pensato Roman Polanski con il film Carnage ispirato appunto ad un racconto della Reza: “Il dio del massacro”.

    Proprio perché so per certo che la reputazione dell'autrice non sarà mai scalfita dalle mie parole, sento di poter esprimere liberamente il mio pensiero.

    Io sono un’amante delle storie ben scritte e ben costruite e sguazzo nell’empatia, sentimento totalmente inesistente in “Felici i felici” ed in effetti già dal titolo avrei dovuto capire che sarebbe trattato di un’affilata critica nei confronti dell’ipocrisia del ‘chi-s’accontenta-gode.

    Ripensandoci, i 18 personaggi sono presentati con una freddezza talmente chirurgica da farmi rivedere totalmente l’uso della parola ‘critica’; forse sarebbe meglio dire che si tratta di un ‘exposé’, della nuda e cruda verità presentata così com’è.

    Dal punto di vista stilistico si tratta sicuramente di un capolavoro. Frasi brevi, secche, taglienti.

    “Senza voltarsi dice, vado in albergo. Io non apro bocca. Lui non si muove. Leggo per la settima volta: – Nella luce che ancora filtrava dalle persiane malandate, Gaylor vide il cane accucciato sotto la sedia bucata […]- E mo’ chi è questo Gaylor?”

    Ho scelto questa citazione perché leggendo questo libro mi è capitato spesso di sentirmi come Odile Toscano; sono più volte tornata all’indice iniziale per vedere a che pagina si parlava chi e per rileggere brevemente quelle prime cinque righe che avrebbero sicuramente aiutato la mia memoria.

    Se decidete di leggere questo libro assicuratevi di poterlo fare in totale concentrazione. E’una lettura breve, ma intensa, perfetta per un giorno di pioggia (anche se non garantisco miglioramento dell’umore, anzi…), perfetta da leggere tutta d’un fiato, perfetta per un esperimento, perfetta per uscire dalla zona di comfort della lettura più ‘convenzionale’.

    Il titolo è un omaggio a Borges, o meglio, una sua citazione:

    “Felici gli amati e gli amanti e coloro che possono fare a meno dell’amore. Felici i Felici”

    E a proposito di felicità, anche la Reza esprime la sua grande 'verità' al riguardo:

    “Essere felici è un talento.” “Non puoi essere felice in amore se non hai un talento per la felicità.”

    Che ne pensate? Io ci sto ancora riflettendo...