#day112 – La mia idea di cena romantica

    Oggi è stata una giornata assurda.

    Da stamani non ho fatto altro che correre. Correre per arrivare a lavoro in tempo, mangiare di corsa perchè sono uscita tardi da lavoro, correre per non fare tardi all’appuntamento che avevo nel pomeriggio e così via. In tutto questo mio correre Biagio era al mio fianco e, se non fosse stato per lui, penso che sarei stata in preda ad una crisi di pianto già intorno alle 15:15.

    In effetti, oltre alla presenza di Biagio, è stato molto utile anche il panino al Bar dell'orso con caffè annesso.

    L’appuntamento del pomeriggio era a Pistoia ed al ritorno ho proposto una sosta a Poggibonsi all’American Diner. Lo so che non rientra nell’elenco dei ristoranti salubri, ma va a pieno titolo nella lista delle cose che fanno bene al cuore. Io e Biagio, per svariati motivi, ci ritagliamo raramente dei momenti per noi e le cene fuori sono veramente sporadiche. Io non amo i ristoranti, ma l’American Diner è l’eccezione che conferma la regola.

    Forse perché, a voler essere precisi, è un diner e non un ristorante!

    Non siamo stati seduti troppo a lungo, proprio come piace a noi, ma ci siamo goduti quel tempo trascorso insieme. C’era confusione sì, ma abbiamo messo via i cellulari ed abbiamo fatto una bella chiacchierata. Certo, noi viviamo insieme e parliamo sempre, ma quando siamo a casa è diverso. Uno apparecchia, l’altro sparecchia, poi uno guarda la TV, l’altra legge, uno si addormenta sul divano, l’altra crolla sotto il piumone e così via. Stasera c’era chi si occupava di apparecchiare, cucinare, servire il cibo e sparecchiare, quindi pensieri zero, chiacchiere tante.

    In un tavolo vicino al nostro era seduta una famiglia formata da mamma, babbo e figlia adolescente. I genitori hanno trascorso tutta la cena al telefono, la mamma giocava al gioco delle ‘palline’ (scusate ma non so come si chiama!) ed il papà era su Whatsapp. Inizialmente la bimba mangiava e si guardava intorno, ma alla fine si è arresa ed ha tirato fuori il suo smartphone.

    Lungi da me giudicare il loro comportamento, magari è stato solo un caso, magari avevano soltanto litigato.

    Il solito pippone che leggiamo ovunque, e che va tanto di moda adesso, riconduce alla tecnologia la responsabilità della nostra alienazione, ma questo non è possibile. Ognuno di noi è responsabile per la propria alienazione, non si può dare la colpa alla tecnologia, siamo noi a decidere che uso farne. E quindi, non è che tutto questo nostro piegare il collo sugli Smartphone sia solo l’effetto, e non la causa, della nostra alienazione? Forse veramente non abbiamo più nulla da dirci. Forse veramente ci siamo arresi a tal punto da non trovare più le parole per dar voce alle nostre emozioni. E allora è più facile tirare fuori il cellulare e riempire così i nostri silenzi, proprio come facevano nei dipinti medievali, altro che horror vacui.

    No, mi dispiace, io non ci sto.

    Cosa ho imparato da questa giornata?

    1. più accettazione e gratitudine per tutti
    2. non posso stare troppe ore a digiuno, ne va della mia salute mentale
    3. chiedere di aggiungere le cipolle caramellate non è una buona idea

    Non vogl