#day184 – E’ uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo

    E con oggi iniziano ufficialmente i Summer Camps...finalmente direi!

    Quella che vedete in foto è la piscina in cui io, le mie colleghe ed un gruppo di ragazzini trascorreremo le prossime giornate. Che dire, poteva andare parecchio, ma parecchio peggio. Sono rientrata a casa stanca ed appiccicosa di sudore, ma decisamente soddisfatta.

    Come vi dicevo qualche tempo fa, se escludiamo un’estate a fare la cameriera, il mio primo lavoro è stato presso una cooperativa che offriva servizi per l’infanzia ed i campi solari erano il nostro fiore all’occhiello. Ho lasciato quel lavoro a malincuore, ma ero in una fase della mia vita in cui volevo dedicarmi all’università ed ai viaggi e non me la sentivo di fare entrambe le cose (in realtà, con il senno di poi, so che ce l’avrei fatta, ma indietro non si torna).

    Adesso eccomi di nuovo a fare campi solari, ma questa volta in inglese e con qualche anno in più sul groppone e vi garantisco che 10 anni fanno la differenza. Non sto parlando solo di una differenza a livello di resistenza fisica, ma anche, e soprattutto, del fatto che oggi ho ‘segretamente’ contato i bambini per controllare che fossero tutti presenti almeno 5 volte. La cosa grave è che i bambini in questione erano 8, un gruppo decisamente inferiore rispetto ai numeri a cui ero abituata.

    Paranoie a parte, la giornata è andata avanti, non ho smarrito alcun bambino e quando è arrivata l'ora della merenda nessuno di loro se ne voleva andare, direi che per essere il primo giorno non è andata male.

    Io non ho figli quindi ci sono tante cose che, sicuramente, non posso capire, ma immagino che per un genitore sia veramente difficile affidare la propria prole a dei perfetti sconosciuti. Forse alcuni genitori amano parcheggiare i propri figli, ma voglio sperare che siano una minoranza in via di estinzione.

    Quando guardo i bambini non riesco a fare a meno di pensare a due cose: il loro futuro e tutte le persone legate a loro.

    Soffro per i bambini perché troppo spesso non ricevono le cure adeguate, non solo dai loro genitori, ma anche dalla società. Perché mai la scuola li punisce o li giudica anziché spiegare loro ciò che magari, in quel momento, non riescono a capire? Questa è una domanda che mi sono posta tante volte, forse perché per me la scuola è stata questo, ma so per certo che ci sono tantissime maestre, educatrici e professoresse che hanno la forza, la volontà e gli strumenti necessari per cambiare le cose.

    Quindi stasera, anziché polemizzare, voglio ringraziare tutti i genitori che quest’estate, affidandoci i propri figli, ci danno l’opportunità di cambiare un po’ le cose. Grazie di cuore.

    Cosa ho imparato da questa giornata?

    1. la stanchezza è una brutta bestia
    2. quando sono stanca ho difficoltà ad articolare discorsi di senso compiuto sia per scritto che in forma orale