#day128 – Mi piace vincere facile

    Sottotitolo 1: Chanel, ed è subito magia.

    Sottotitolo 2: principessa all’improvviso.

    La mia giornata non è iniziata nel miglior dei modi perché sono stata redarguita duramente per la pipì di Saxon su un cespuglio. Suddetto cespuglio ovviamente si trova sul suolo pubblico e la signora non aveva diritto alcuno di dirmi in malo modo che le aiuole di fronte a casa sua, peraltro molto rigogliose, si erano seccate per colpa della pipì dei cani. Io ho risposto mostrandole la bustina che avevo in mano contenente le deiezioni del mio cane e l’ho informata di non essere a conoscenza di un tale effetto collaterale della pipì canina. La signora comunque voleva avere ragione ed ha concluso che, comunque, il piscio (eh sì, ha detto così perché quando uno è elegante lo si nota subito!) di cane puzza.

    Io le vorrei far annusare un bel cantero di pipì umana, giusto per vedere quale puzza di più.

    Mentre sudavo freddo per la rabbia, per il senso di ingiustizia e per la tristezza che provo di fronte a così poca tolleranza verso il prossimo, ho pensato a tutti i modi in cui mi sarei potuta vendicare. Se non fosse che amo le piante, mi sarebbe tanto piaciuto, nottetempo, rovesciarle un camion di diserbante sulle sue tanto adorate aiuole. Mi vergogno, ma l’ho pensato. Poi ho pensato che magari potevo lasciarle una pianta in fondo alle scale con un biglietto con su scritto qualcosa di questo tipo “mi dispiace che la pipì del mio cane abbia fatto così tanti danni, le regalo questa pianta nella speranza che possa perdonarci” e soprattutto nella speranza che provi ad essere leggermente più tollerante e meno ostile nei confronti del prossimo.

    C’ho pensato tutta la mattina, ed ancora adesso lo trovo inconcepibile.

    In molti avrebbero risolto con un bel vaffa e questi molti hanno tutta la mia stima e la mia invidia. Io non riesco a mandare le persone a quel paese, né verbalmente, né mentalmente…quanto vorrei imparare a farlo!

    In seguito all’increscioso accaduto sono tornata a casa con i cani e poi sono andata a fare la spesa, consapevole che nulla avrebbe potuto peggiorare il mio umore, nemmeno il supermercato. Ed infatti è stato così, ho fatto la spesa in 30 minuti netti, niente panico, niente sconforto. Tornata a casa è arrivato il momento della doccia e dopo la doccia la crema idratante.

    Dov’è la mia crema idratante?

    Niente, l’ho cercata per mari e per monti ma non l’ho trovata. Non mi sono arresa ed ho continuato a non trovarla, ma mi è piovuta dal cielo una cosa ben più preziosa: la crema corpo Chanel, regalo del mio fidanzato! Il profumo di Chanel è l’unico lusso che mi concedo, anzi che mi concedono, perché finisce che mi viene sempre regalato in quanto io, da brava taccagna, trovo sempre altri modi per impiegare i miei soldi. Siccome Biagio è infinitamente generoso, lo scorso anno, oltre al profumo mi ha regalato la crema. Ora, qui si apre un capitolo molto interessante, ovvero la mia stupida abitudine di non aprire o di utilizzare con il contagocce i prodotti cosmetici costosi.

    Perché stupida?

    Semplicemente perché, con l’idea di risparmiare o di trattare quei prodotti come fossero sacri, finisce che non li uso e che sono costretta a gettarli nel cestino perché scaduti. Via su, sono un genio, ammettiamolo!

    Tornando alla crema, la profumazione ovviamente era quella del mio profumo, Chanel Chance Eau Tendre, quindi una sicurezza. Non vi dico il packaging…per un attimo ho temuto non sarei mai stata in grado di aprire la confezione, alla fine poi ce l’ho fatta, ma ero seduto sul letto, con il materasso soffice sotto, in caso mi fosse caduto tutto di mano.

    Poi il barattolo. Vi prego, parliamo del barattolo. Rosa cipria con il marchio Chanel ovunque e le cromature. Sulle proprietà d’idratazione avrei qualcosa da ridire, ma non importa, del resto è una crema profumata, non una crema idratante e poi mica si può avere tutto dalla vita no?!?

    Comunque, dall’alto della frivolezza del momento, devo ammettere di essermi sentita una principessa. Io non avrei mai acquistato quella crema così costosa, ma il mio fidanzato sì. Ricordo quel giorno di essermi imposta con tutte le mie forze per convincerlo a non acquistarla, ma oggi, a distanza di un anno, lo ringrazio e prometto solennemente che m’impegnerò a consumare il prodotto entro 12 mesi dalla sua apertura, come indicato sulla preziosa confezione.

    Cosa ho imparato da questa giornata?

    1. può bastare una crema per combattere l’abbrutimento
    2. sono un essere sensibile, troppo sensibile
    3. hotspot…santo subito